L’altrove è meglio qui
Scordatevi le Maldive. Nel 2025 il turismo che fa sognare è locale, ma al tempo stesso esotico. Nonché originale e sostenibile, potendo. In Svizzera si declina in nottate trascorse in un bunker o in una camera d’hotel senza… pareti, in fondute gustate in un tuk-tuk oppure in trekking a dorso di mucca. Più globalizzato che mai, il turismo dei tempi moderni obbliga le destinazioni a rivedere la loro comunicazione che, nella migliore delle ipotesi, sarà multilingue (per forza), di qualità (ovviamente), firmata textocreativ (ça va sans dire).

Foto di Patrick Robert Doyle su Unsplash
The sky is the limit
Lo era prima di Elon Musk, Jeff Bezos e Richard Branson. Non pago di essere diventato planetario, il turismo è ormai entrato in modalità spaziale… anche se probabilmente ci vorrà ancora del tempo prima che il nostro nome figuri nell’elenco dei passeggeri di un volo suborbitale. Per ora i nostri clienti del settore, tra cui Aletsch Arena/Aletsch Bahnen, Crans-Montana, Hérémence, RegionAlps, Reka, San Gottardo, Stadt Zürich, Téléverbier, Valais 2025 e Valais/Wallis Promotion, devono fare i conti con considerazioni ben più… terra terra.
Alla luce dei nuovi comportamenti dei globetrotter (o «globalized trotter», vista la democratizzazione dei viaggi negli ultimi decenni), che utilizzano in automatico lo strumento digitale per pianificare la loro prossima vacanza, compresa la prenotazione del trasporto e del pernottamento, gli operatori del settore non hanno potuto fare altro che adattarsi, soprattutto di fronte al successo di piattaforme tanto amate quanto odiate come Booking.com e AirBnB, che hanno rivoluzionato le regole del gioco.
Perché per il viaggiatore 2.0 la fuga dalla quotidianità comincia a prendere forma – ieri con l’aiuto di Google, oggi con ChatGPT – nella comodità del divano di casa. Ma anche tra una riunione di lavoro e l’altra o alla fermata dell’autobus, come dimostra il fenomeno dell’«m-tourism», termine che indica il turismo basato sulle tecnologie mobili (smartphone, tablet). Dato che spesso la prima impressione (digitale) è quella che conta nella scelta della destinazione, la sfida (digitale) che i siti turistici si trovano ad affrontare è complessa: devono saper presentare l’intero ventaglio della propria offerta in modo allettante, distinguersi dalla concorrenza e creare eventi di richiamo ospitando regolarmente manifestazioni culturali o competizioni sportive di alto profilo (soprattutto d’inverno), sfruttando il più possibile il potenziale offerto da app, newsletter e social network. Al diktat dell’informazione e della migliore tariffa in tempo reale si aggiungono le aspettative sempre più elevate in materia di accesso alle informazioni in loco, che costringono gli uffici turistici e simili a raddoppiare i propri sforzi d’immaginazione e i propri investimenti per mettere a disposizione del pubblico terminali con schermi tattili e altri supporti interattivi. E inevitabilmente anche a questo livello le esigenze in termini di creazione di contenuti e traduzione sono enormi.
Sebbene la transizione digitale abbia procurato qualche notte insonne ai professionisti del settore, ha anche offerto loro interessanti opportunità di sviluppo. Giustamente, poiché il turismo non si limita più a scoprire nuovi Paesi; ciò che il turista di oggi cerca è la possibilità di vivere un’esperienza. E il minimo che si possa dire è che, tra laghi e montagne, la Svizzera offre qualcosa per tutte le altitudini e per tutti i gusti, anche se questo comporta scendere da un tuk-tuk con un alito che sa di formaggio. Perché la verità è che in questa gara ad allettare il turista e a offrirgli esperienze originali ogni arma (comunicativa) è lecita per aggiudicarsi la parte del leone… di Lucerna e non solo.